Montecarlo: Chepkoech mondiale, Tamberi 2,27

20 Luglio 2018

Nel Principato di Monaco, la keniana con 8:44.32 toglie più di otto secondi al record sui 3000 siepi. Il campione europeo cresce nell’alto di Lysenko (2,40), Grenot sesta nei 400 metri in 51.56.

Un record del mondo sensazionale al meeting di Montecarlo, decima tappa della IAAF Diamond League. Nei 3000 siepi la keniana Beatrice Chepkoech demolisce il primato con 8:44.32, più di otto secondi meglio del precedente limite stabilito nel 2016 da Ruth Jebet (8:52.78). Alle sue spalle record americano per Courtney Frerichs in 9:00.85. Il russo Danil Lysenko vola a 2,40 nell’alto e diventa il 13esimo della storia a superare questa misura all’aperto. Ma si fa notare il progresso di Gianmarco Tamberi, il campione europeo che salta 2,27 e aggiunge un centimetro al primato stagionale, per il quinto posto nella gara del ritorno sulla pedana dove due anni fa passò in pochi minuti dalla gioia per il record italiano (2,39) al dolore dell’infortunio. La bicampionessa europea Libania Grenot è sesta in 51.56 nei 400 metri che riportano la specialità sotto i 49 secondi, per la prima volta negli ultimi nove anni: 48.97 dell’olimpionica Shaunae Miller-Uibo e 49.08 di Salwa Eid Naser, ventenne del Bahrain che firma il record asiatico. Gran volata del 21enne statunitense Noah Lyles, ormai sempre più padrone dei 200 metri con 19.65 (+0.9), ottavo alltime al mondo. Serata magica nel Principato di Monaco: sui 1500 il keniano argento iridato Timothy Cheruiyot al personale di 3:28.41 (settimo di ogni epoca) davanti al campione mondiale Elijah Manangoi (3:29.64). Ancora nei 3000 siepi, ma tra gli uomini, 7:58.15 del marocchino Soufiane El Bakkali che adesso è il decimo di sempre. Crono super anche sugli 800 con Nijel Amos tornato ai livelli del 2012 con 1:42.14, mentre al femminile 1:54.60 di Caster Semenya. Bel duello sospinto dal vento nel triplo: Christian Taylor atterra a 17,86 (+2.1) per battere Pedro Pablo Pichardo (17,67/2.4). Nei 110hs si conferma al vertice il russo Sergey Shubenkov con 13.07 (-0.2) e nell’asta la connazionale Anzhelika Sidorova sorprende tutte con 4,85. In tutto sette migliori prestazioni mondiali dell’anno, due record della Diamond League e sei primati del meeting Herculis.

LYSENKO VOLA A 2,40, TAMBERI CRESCE A 2,27 - Due anni e 5 giorni da quella serata maledetta, Gianmarco Tamberi compie un altro passo della sua rinascita a Montecarlo. Stasera il campione europeo è tornato a quota 2,27 nel meeting del Principato. È il suo miglior salto nelle cinque gare outdoor affrontate del 2018. Di meglio, post-infortunio, ha fatto solo con il 2,29 della qualificazione ai Mondiali di Londra. Qui 735 giorni fa il volo a 2,39, un imponente record italiano, e poi il fatale attacco a 2,41 e il drammatico crack al piede di stacco. Naufragato il sogno olimpico di Rio, mister HalfShave ha dovuto affrontare la lunga e delicata strada del recupero. In curva stasera lo attende un tripudio di tifosi e di bandiere tricolori, tra di loro anche il bronzo olimpico della marcia Elisa Rigaudo. Un boato al suo ingresso nello stadio, tutti per Gimbo che distribuisce cinque a raffica e poi si inginocchia e bacia quella pedana che per lui è stata gioia e dolore. Barba a metà, l’azzurro cerca come sempre la clap: 2,15 e 2,20 alla prima, un errore a 2,24 e 2,27 che arriva alla terza prova. L’iridato indoor del 2016 nel suo salto decisivo mostra una rincorsa convincente, corre fino in fondo e lo stacco lo proietta oltre l’asticella con una bella luce. Niente da fare al successivo 2,30 per il marchigiano delle Fiamme Gialle. Probabilmente sarà lui stesso il primo a dire che c’è ancora da lavorare. Ma questo è già un segnale che fa tornare il sorriso. Nel frattempo il russo Danil Lysenko vola nell'esclusivo club dei 2,40, il tredicesimo uomo al mondo a varcare questa soglia all'aperto. Il 21enne è semplicemente perfetto: 6 salti e 6 misure (da 2,20 a 2,40!), senza errori. Due centimetri di progresso personale, eguagliata la world lead dell'anno dell'infortunato Mutaz Barshim. Campione mondiale in sala, Lysenko si impossessa anche del record del meeting.

CHEPKOECH SUL TRONO - Arriva dai 3000 siepi di Montecarlo una delle prestazioni in assoluto più eclatanti delle ultime stagioni. Un crono che probabilmente sembrava inavvicinabile e che invece è realtà. La 27enne keniana Beatrice Chepkoech realizza un autentico capolavoro per disintegrare il record mondiale di Ruth Jebet con una gara condotta a grandissimo ritmo, non solo nella parte iniziale (2:55.23 per la pacer Caroline Tuigong) ma anche più avanti (5:49.81 ai 2000 metri) e chiude in un eccezionale 8:44.32. Era già andata sotto i nove minuti, quarta della storia a riuscirci, l’anno scorso con 8:59.84 a Zurigo e tre settimane fa a Parigi in 8:59.36 per le prime avvisaglie di ciò che si sarebbe materializzato stasera. Ma era famosa anche per i quarti posti: alle Olimpiadi di Rio e poi quello rocambolesco ai Mondiali di Londra, con un errore di percorso e la retromarcia verso la riviera. Da questa sera è la primatista mondiale. L’argento iridato Courtney Frerichs in 9:00.85 batte il record americano della connazionale Coburn, oggi quarta (9:05.06) preceduta dalla keniana Hyvin Kiyeng (9:04.41).

400 SPAZIALI - Si vola sul giro di pista con la strepitosa impresa dell’olimpionica Shaunae Miller-Uibo che butta giù il muro dei 49 secondi, come non accadeva da nove anni in questa specialità: 48.97 per il record della Diamond League, quasi mezzo secondo meglio del suo 49.44 vincente ai Giochi di Rio. L’ultima sotto la barriera era stata la statunitense Sanya Richards-Ross (48.83 a Bruxelles nel 2009). Una gara entusiasmante, condotta dalla bahamense con la ventenne Salwa Eid Naser all’interno e a sua volta impetuosa in 49.08, nuovo primato asiatico per la ragazza del Bahrain. Entrambe salgono ai piani alti delle liste alltime, rispettivamente al decimo e tredicesimo posto. La due volte campionessa europea Libania Grenot chiude sesta in 51.56 dalla corsia più esterna: è il terzo tempo dell’anno per la “panterita” delle Fiamme Gialle, preceduta tra le altre anche dalla slovena Anita Horvat (quinta con il record nazionale di 51.22) ma davanti alla francese Floria Guei (ottava in 51.66).

LYLES SPRINT - Va sempre più forte Noah Lyles. Per lo statunitense. 21 anni compiuti mercoledì, un altro crono-monstre nei 200 metri già corsi quest’anno due volte in 19.69 (Eugene e Losanna) dopo il 19.83 di Doha. Stavolta fa ancora meglio con 19.65 (+0.9), per scalare due posizioni nelle liste alltime: ora è ottavo.

Ma soprattutto il doppio leader mondiale del 2018 (anche sui 100 con 9.88) lascia a bocca aperta perché scorre sulla pista con estrema compostezza e poi nell’esultanza si concede un salto mortale all’indietro che manda in visibilio il pubblico dello stadio Louis II. Un successo per distacco sull’iridato Ramil Guliyev, comunque sotto i 20 secondi con 19.99. Al femminile prosegue la striscia vincente di Marie-Josée Ta Lou, imbattuta quest’anno nei 100 metri. L’ivoriana sfreccia in 10.89 (+0.1) con netto margine sulla connazionale Murielle Ahouré (11.01) e sulla campionessa olimpica Elaine Thompson (11.02).

MEZZOFONDO DA TOP TEN ALLTIME - Prodezze a non finire sull’anello monegasco. Come da tradizione, anche i 1500 regalano una sfida memorabile in cui Timothy Cheruiyot si conferma il numero uno del momento con la perla di un superlativo 3:28.41, settimo uomo della storia, al quinto centro stagionale in Diamond League. Si arrende con l’onore delle armi l’iridato Elijah Manangoi, che firma il secondo risultato in carriera con 3:29.64. Poi c’è la scatenata coppia di fratelli norvegesi: il campione continentale Filip Ingebrigtsen (3:30.01) diventa il sesto europeo alltime e toglie il limite nazionale a Henrik (3:31.46 nel 2014), una soglia infranta anche dal non ancora 18enne Jakob che si migliora di quasi cinque secondi (!) con 3:31.18 rispetto al 3:36.06 di Oslo. È il nuovo record europeo under 20 che viene sottratto allo spagnolo Reyes Estevez (3:35.51) e resisteva dal 1995, oltre che l’age record mondiale per un 17enne. Da segnalare anche il primato ceco di Jakub Holusa, decimo in 3:32.49. Finale di serata con l’ennesimo botto: nei 3000 siepi protagonista il marocchino Soufiane El Bakkali che surclassa tutti i big della specialità per un sontuoso 7:58.15, decimo di sempre, davanti agli altri medagliati mondiali Evan Jager (8:01.02) e Conseslus Kipruto (8:09.78 per l’iridato). Negli 800 la sudafricana Caster Semenya prova l’assalto al record mondiale con un passaggio intermedio velocissimo (55.76) per chiudere in 1:54.60, sesta prestazione di ogni epoca e seconda personale dopo quella di Parigi (1:54.25). Dietro la burundese Francine Niyonsaba (1:55.96), ne approfittano per il record nazionale la giamaicana Natoya Goule (1:56.15) e l’etiope Habitam Alemu (1:56.71), con il quarto posto alla statunitense Ajee’ Wilson (1:56.45).

AMOS IS BACK - Meglio di così, soltanto nella fantastica finale di Londra 2012, quella del record mondiale di David Rudisha. Nel Principato di Monaco oggi il dominatore degli 800 metri è Nijel Amos con un formidabile acuto che lo riconduce ai massimi livelli in 1:42.14, come non gli capitava da quelle Olimpiadi. Per il 24enne del Botswana è la seconda prestazione della carriera, che vale ovviamente la word lead. Clamorosi i risultati anche dei più immediati inseguitori: il canadese Brandon McBride (1:43.20) e lo spagnolo Saul Ordonez (1:43.65), tutti e due al primato nazionale. Sesto l’iridato francese Pierre-Ambroise Bosse con 1:44.20. Dopo quasi 50 anni cade lo storico record australiano di Ralph Doubell, il tempo di 1:44.40 che significò la vittoria olimpica a Città del Messico, e addirittura risaliva al 1962 quello dell’Oceania (1:44.3 del neozelandese Peter Snell nel 1962): ci riesce l’aussie Joseph Deng, rifugiato keniano, settimo in 1:44.21.

ANCORA SHUBENKOV - Non conosce rivali Sergey Shubenkov in questa stagione. Il 27enne russo impressiona anche stasera nei 110hs per la sua azione da manuale tra le barriere in 13.07 (-0.2), non lontano dal muro dei 13 secondi già frantumato tre volte nelle recenti uscite. A debita distanza gli altri: lo spagnolo argento olimpico Orlando Ortega (13.18) e il francese Pascal Martinot-Lagarde, al season best di 13.20. Tra le donne 100 ostacoli monopolizzati dalla statunitense Queen Harrison in 12.64 (-0.3).

SALTI SHOW - Solo il vento guasta la festa nel triplo, ma fino a un certo punto. Gli hop-step-jump di Christian Taylor e Pedro Pablo Pichardo esaltano la folla con l’americano autore di una serie eccellente: quattro salti da 17,60 in su e 17,86 ventoso di un’inezia (+2.1) al secondo ingresso in pedana. Il cubano risponde con 17,67 (+2.4) dopo un 17,60. Tante pretendenti al successo nell’asta, ma stavolta è la russa Anzhelika Sidorova l’unica a superare 4,85 alla seconda prova. La campionessa europea del 2014, e argento mondiale indoor, mette in fila tutte le più titolate avversarie: Yarisley Silva, Katerina Stefanidi e Sandi Morris a 4,80, settima invece l’emergente neozelandese Eliza McCartney con 4,75 a tre giorni dal 4,94 nel meeting tedesco di Jockgrim. Alla stessa quota di 4,75 crescono la statunitense Katie Nageotte e anche Ninon Guillon-Romarin con il record francese. In profondità è la miglior gara della storia, con prestazioni-top per i piazzamenti dal quarto all’ottavo.

CHE PESO - Nel prologo di giovedì sera, dedicato al getto del peso al porto d’Ercole, ritorno vincente del campione olimpico Ryan Crouser (22,05) nei confronti di Darrell Hill (21,72), che lo aveva battuto ai campionati nazionali, e del brasiliano Darlan Romani (21,70). Gara di altissimo livello: alle spalle del polacco Michal Haratyk (21,59) arrivano i migliori risultati di sempre per il quinto posto (Tom Walsh 21,49), il sesto (David Storl 21,41) e anche il settimo (Tomas Stanek 21,24). Al femminile l’iridata cinese Gong Lijiao conferma l’imbattibilità all’aperto nel 2018 con quattro lanci oltre quelli delle avversarie e un 20,31 ad appena 12 centimetri dal personal best. Progressi per Valerie Adams, quarta con il primato stagionale di 19,31.

VIDEO | HIGHLIGHTS MEETING HERCULIS MONTECARLO 2018

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- RISULTATI/Results

Beatrice Chepkoech davanti al tabellone del record (foto Fitte/IAAF Diamond League)


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